“F” come Fortuna, un ulteriore elemento della formula imprenditoriale. Forse l’elemento più controverso e discutibile perché, per definizione, irrazionale. Sappiamo di capitani d’industria ma anche politici e grandi leader che prendevano importanti decisioni consultando oroscopi e veggenti. A gran parte di noi questi comportamenti fanno semplicemente sorridere ma sono sicuro che sarà capitato a tutti, in particolari occasioni, di incrociare le dita, toccare ferro o praticare chissà quali manovre scaramantiche pensando di poter influire sul caso e determinare il nostro destino, liquidando poi il nostro comportamento irrazionale con la fatidica frase: “Io non ci credo, ma…”
Comunque sia, la realtà evidenzia senza ombra di dubbio che il leader imprenditoriale è fortunato. Le sue azioni, anche le più temerarie, sembrano sempre raggiungere lo scopo prefissato, l’ambiente circostante gli è favorevole, tanto da sembrarci alle volte circondato da un’aura imperscrutabile di positività che contagia soci e collaboratori. A fronte di ciò, ci chiediamo allora come mai talvolta l’irrazionalità della nostra percezione prevale sulla fredda ragione.
Secondo Machiavelli, la fortuna o la disgrazia di un leader sono determinate, oltre che dalle circostanze, anche, e soprattutto, dalle sue attitudini e dal suo temperamento o “natura”, che dir si voglia. Dunque, il Leader Imprenditoriale costruisce da sé la propria fortuna.
Da Johannes Gutenberg a Jeff Bezos, da Henry Ford a Jack Ma, da Enzo Ferrari a Bill Gates tutti hanno creato, condotto e portato al successo progetti, imprese e prodotti grazie all’azione spesso combinata delle loro uniche qualità imprenditoriali.
L’ottimismo, l’ambizione e l’ingegno non pensano alla sorte quando dispiegano la loro energia, così come non c’è fortuna nella curiosità o nella voglia di imparare o nel dispiegarsi del talento. È indubbio però che questa attitudine positiva, la voglia di osare e di percorrere sentieri a volte inesplorati fa sì che, per qualche ragione imperscrutabile, gli eventi prendano una piega favorevole.
Si può quindi pensare che forse la fortuna del Leader Imprenditoriale non derivi dal semplice frutto del caso, ma viene attirata come un magnete dalle sue qualità umane e quindi imprenditoriali. La sua capacità di generare empatia attrae come un flusso positivo benevolenza dalle persone che con lui interagiscono, siano essi collaboratori o clienti. Il suo carisma è una dote magnetica, che esprime la capacità di attrarre le persone e di convincerle, senza dover insistere, persuadere o affascinare.
Non sono tanto gli eventi, favorevoli o sfavorevoli, che si presentano nella vita personale e professionale ad impattare sulla nostra capacità di perseguire i nostri obiettivi, quanto il modo in cui noi reagiamo agli eventi stessi. Qui il leader imprenditoriale ha la capacità di reagire agli eventi esterni con equilibrio, evitando facili entusiasmi quando il vento è in poppa e tenendo con autorevolezza la barra dritta quando il caso riserva brutte sorprese.
Ecco infine che, in bilico tra il razionale e l’imponderabile, nel tentativo di esplorare i percorsi imperscrutabili della dea bendata nei confronti del nostro Leader imprenditoriale, siamo tentati di escludere che la fortuna esista di per sé ma possa invece essere spiegata in estrema sintesi come il momento in cui il talento incontra l’opportunità.
Sergio Cordone
Senior manager
Contract Manager s.r.l.