Manager Post Covid-19 nella distribuzione italiana: innovare e avere coraggio

Molte persone al momento, e sicuramente tutti gli addetti ai lavori del settore, si stanno chiedendo quale sarà il futuro della distribuzione e del commercio ora che questo virus è entrato con prepotenza sulla scena mondiale. Come faremo i nostri acquisti? Quali vincoli ci saranno? Quali cambiamenti saremo costretti ad accettare e a quali condizioni?
Non ho la verità in tasca, ma sicuramente gli anni passati nel mondo della distribuzione organizzata mi permettono di poter ipotizzare uno scenario futuro.

Il ruolo dell’innovazione

Da sempre è con l’innovazione che si cambiano gli atteggiamenti di consumo e si migliora la vita quotidiana. È grazie all’innovazione in senso generale che possiamo guardare al futuro con positività, sempre con l’innovazione si risolvono i problemi.
Non credo che le misure che sta mettendo in atto il Governo per far ripartire l’economia e il commercio siano le migliori per garantire la sicurezza delle persone e il rilancio dei consumi.
Non è scaglionando l’ingresso nei supermercati per evitare il sovraffollamento che si potrà dar modo alle persone di acquistare in modo rilassato e ragionato, perché si dovranno accelerare i tempi di permanenza all’interno dei punti vendita, rendendo la spesa un’azione rapida e asettica, senza più il piacere della fantasia di cosa acquistare per soddisfare i propri bisogni o di perdersi per qualche minuto a riflettere su cosa cucinare a pranzo o a cena e come.
Le misure che sento proporre dal Governo eserciteranno delle forti limitazioni all’acquisto, cosa che non darà nessun vantaggio al commercio, men che meno alle aziende di produzione.
Non penso proprio che l’allungamento delle fasce di orario di apertura permetterà di compensare le entrate scaglionate nei punti vendita, perché le persone non sono disposte a rinunciare ai propri momenti di svago per restare più tempo in coda o per andare a fare la spesa in orari diversi e magari più scomodi, non è quello che si è disposti ad accettare.
Inoltre, il costo della mano d’opera delle catene distributive lieviterà non poco causa lo sforamento di orario in fasce di utilizzo più care del 20/30%, con l’incognita di licenziamenti per avere dei bilanci di esercizio che siano almeno in parità.

Come andranno le vendite?

Le aziende di produzione avranno dei forti cali di vendite perché il cliente finale comprerà meno. Non ci saranno più intere famiglie a spasso nei corridoi del punto vendita per comperare questo o quello a seconda del desiderio e della fantasia, quindi anche le aziende dovranno da una parte ridurre i costi (licenziamenti di personale), dall’altra inventarsi qualcosa di nuovo.
Non è in questo modo che si deve pensare al futuro Post Covid-19. Cosa stiamo facendo? La sensazione è che si faccia ogni scelta possibile per mettere in ginocchio l’Italia, e questo perché mancano le idee e non avendone si pongono solo delle barriere, degli ostacoli per guadagnare tempo, sperando in cosa? In quale miracolo?
Purtroppo questa è la situazione che bisogna fronteggiare, per cui dobbiamo adattarci alla realtà che ci viene imposta e se al vertice di catene distributive o di aziende di produzione non vi sono manager in grado di sviluppare un nuovo modello distributivo o di studiare metodologie di vendita innovative per migliorare e adeguare i modelli di acquisto ai momenti che stiamo affrontando, è spiacevole a dirsi, ma molte realtà saranno destinate a scomparire.

Il ruolo dei manager post Covid-19

Rimango però fiducioso. Abbiamo fior di manager che sanno analizzare, studiare, interpretare, stimolare sé stessi e i propri collaboratori a spremere l’intelligenza e la fantasia per sviluppare novità commerciali sia distributive che produttive. Chi saprà avvalersi di queste menti innovative sicuramente sarà avvantaggiato e le proposte avverranno in tempi ristretti.
Si deve pensare a un nuovo modello di punto vendita a libero servizio, che possa rassicurare il cliente dal punto di vista igienico-sanitario ma che permetta di fare la spesa con divertimento e fantasia.
Sicuramente le nuove tecnologie e applicazioni per smartphone vanno nella direzione dell’innovazione e del cambiamento, bisogna solo abbinare la logica alla fantasia, si deve poter ipotizzare scenari di commercio futuri differenti da quelli di oggi.
Tutto va ridisegnato: ciò che esiste oggi come prassi consolidata nel tempo non va più bene.
Si deve aver il coraggio di innovare e di cambiare e chi lo farà per primo avrà un vantaggio competitivo di notevole importanza.
Restare al palo in questi momenti è mettere a repentaglio la propria quota di mercato in uno scenario futuro. Bisogna accettare di cambiare e l’innovazione è l’unica strada percorribile. Moltissimi negozi avevano in passato un assetto del tutto differente da quello odierno ma la competizione, lo sviluppo del commercio e le varie crisi li hanno costretti a evolversi per sopravvivere. L’innovazione è stata la chiave del loro successo.

Conclusioni

Perciò non si può stare fermi ad aspettare, non è accettabile. Non è il modo di guardare al futuro. Dato che un futuro però è ipotizzabile, credo che, non essendoci limite all’innovazione, si possa uscire da questa morsa e si possa pensare a un futuro commerciale vivo e pieno di risorse, a patto di avere inventiva, logica e coraggio di osare.
Noi qualche idea di innovazione ce l’abbiamo. Contattateci.

Danilo Maffini
Partner
Contract Manager – Milano