Non andrà tutto bene dopo il COVID-19. Dovremo fare di più, meglio e più velocemente!
Dopo la fase acuta di sviluppo della pandemia, le aziende sono ancor più sotto pressione a causa dell’incertezza nel futuro; l’emergenza si è manifestata su un sistema industriale già debole e con livelli di produttività stagnanti e tra i più bassi d’Europa.
Nei migliori casi si riscontreranno perdite di quote di mercato e di clienti a favore di imprese estere più efficienti e che non si sono fermate o che hanno ridotto, per minor tempo, le loro attività.
Le imprese nostrane più avvedute si stanno da tempo preparando ad adottare specifiche strategie per contrastare gli effetti che l’epidemia sta producendo sulle loro strutture e sulle attività di vendita di loro beni o servizi.
L’evoluzione della risposta al Covid-19
Si è inizialmente parlato della protezione dei dipendenti, dell’opportunità di attivare il lavoro a distanza e migliorare il layout interno anche per incrementare l’efficacia delle modalità operative e di movimentazione nelle varie fasi industriali.
Tanti altri commenti sono emersi sui principali temi legati alla ripartenza in un’ottica di sviluppo ed in particolare sulle attività di razionalizzazione e riorganizzazione. Ad esempio:
- valutazione fredda della propria organizzazione anche prevedendo l’impiego di temporarymanager per fronteggiare in maniera rapida le eventuali carenze;
- integrazione del processo produttivo per inserire verticalmente elementi della catena del valore che sono diventati più interessanti o necessari ad un andamento più autonomo;
- ricostruzione della propria rete di partner e collaborazioni esterne; creare aggregazione unendo le forze: da sole le PMI potrebbero non farcela;
- variazione della catena di approvvigionamento allo scopo di ridurre il rischio e contemporaneamente ripensare alla gestione delle scorte;
- gestione in maniera proattiva dell’offerta di prodotti e/o servizi come pure la relativa domanda;
- attivazione di acquisizioni o fusioni con aziende dello stesso settore, per creare sinergia, o con aziende caratterizzate da un più vasto impiego di tecnologia allo scopo di ottenere tangibili vantaggi a medio termine.
Bene, a questo punto ci si domanderà:
- Siamo pronti?
- Chi farà tutto questo?
- Saremo in grado di farlo?
Smettiamola una volta per tutte di dire che tanto ce la faremo, che siamo italiani, che nei momenti di difficoltà riusciamo sempre a venirne fuori con la nostra fantasia, inventiva ed entusiasmo. La realtà è che dobbiamo fare di più, meglio e più rapidamente!
Nuova cultura del lavoro per superare la crisi
Serve quindi principalmente metodo ed una costante maggiore dedizione, è necessaria una nuova cultura del lavoro; c’è bisogno di etica, del ritorno della meritocrazia e di tutte le necessarie competenze.
Quanto sopra a partire dalle nostre istituzioni.
L’incapacità diffusa, le indecisioni e gli errori dell’esecutivo, unite agli atavici problemi italiani mettono le nostre imprese nelle peggiori condizioni per poter competere a livello mondiale, ancor più nell’immediato futuro.
Non mancano brillanti esempi di aziende nostrane che operano a livello globale: dichiarano nei loro claims: etica, qualità, valorizzazione, proattività e appartenenza, vogliono continuare ad offrire il meglio per rispondere ai bisogni dei clienti con soluzioni innovative e con passione; vogliono offrire al mondo prodotti e servizi di qualità ed affidabili. La loro versatilità, reattività, dinamismo, resilienza e competenza sono solo momentaneamente messe a dura prova e i loro servizi dedicati ai clienti sono all’avanguardia e meritano di essere adottati dal maggior numero di imprese e nel più breve tempo possibile.
Una parte di aziende però non riesce ad esprimere un adeguato livello di successo a causa di mancanza di visione e di managerialità. Manca la ricerca dell’eccellenza e dell’innovazione per rendere sempre più unici, competitivi e fruibili, viste le nuove tendenze di distribuzione e diffusione, i propri prodotti o servizi.
Ma le aziende sono fatte principalmente da uomini e bisogna capire perché ci si trova a gestire una perdurante difficoltà di generare cassa con conseguenti problematiche finanziarie.
Il fattore della ricrescita dei fatturati
Questa ulteriore crisi porterà inevitabilmente a chiusure, ad una drastica riduzione di posti di lavoro ma anche alla ricerca di competenze e alte professionalità. Le aziende ridurranno la catena di comando e dovranno contare su un minor numero di addetti, ma più qualificati.
Il comportamento degli imprenditori, dei managers e degli altri dipendenti è il principale fattore dell’andamento delle imprese.
Bisogna smetterla di essere così individualisti, di essere sempre pronti a ricercare i problemi negli altri, a non domandarsi se si è fatto il meglio possibile nel proprio lavoro o nel coadiuvare gli altri per uno sviluppo armonico.
Facciamo autocritica, chiediamoci come migliorarci e come imparare dagli errori e soprattutto a sforzarci ad essere assertivi e a comportarci in maniera etica, corretta e rispettosa.
Non basta, come di solito avviene, avere una bella raccolta di procedure di qualità senza però tenerne conto o applicarle occasionalmente. Basta con l’approssimazione: serve un nuovo senso di responsabilità e rigore. Cerchiamo inoltre di non essere più il tipico esempio in antitesi della teutonica efficienza: sappiamo essere molto meglio, basta volerlo veramente.
Il lavoro dovrà essere sempre più di qualità, sarà più assimilabile ad un progetto fondato su competenza, efficienza, libertà, autonomia, fiducia e responsabilità.
Per rimetterci in piedi dobbiamo correre, darci dentro, non perdere tempo, ci tocca rischiare, specialmente se abbiamo ormai capito che il maggior pericolo è arrendersi.
E’ finito il solito lavoro d’ufficio o di fabbrica: dobbiamo entrare nell’ottica di una nuova flessibilità lavorativa.
Gli ingredienti della rinascita
La rapidità nell’affrontare le problematiche sarà sempre più essenziale, Anche se siamo abituati a processi di verifiche trimestrali, o peggio con cadenze più lunghe, bisognerà operare con frequenti e successivi aggiustamenti essendo consci di dover minimizzare ed affrontare crescenti rischi. Le decisioni debbono essere tempestive.
Per quanto riguarda la conduzione del personale le figure apicali debbono affrontare la realtà in maniera positiva ed efficace gestendo inizialmente le proprie emozioni. Bisogna trattare le difficoltà efficacemente agendo in maniera equilibrata, lucida, razionale e promuovendo le priorità con flessibilità ed apportando continue e progressive semplificazioni.
Atteggiamenti assertivi con ascolti attivi instaurando comunicazioni chiare, empatiche e trasparenti possono ancora di più, in questo momento, aiutare a focalizzarsi sui risultati, ma anche a pensare “out of the box”, specialmente nei gruppi di lavoro.
Importante è non sottovalutare le difficoltà della crisi post Covid-19 e non promettere un pronto recupero specialmente in aziende in carenza di liquidità e i managers dovranno coordinare i diversi tatticismi operati nelle varie funzioni aziendali per incanalarli in una opportuna strategia di ripartenza che necessariamente avrà un’applicazione a medio-lungo termine.
Con lo smart working saranno ancora più importanti le comunicazioni non verbali: è compito del leader minimizzare gli impatti negativi delle connessioni a distanza senza dimenticare la continua necessità di creare coesione e motivazione nella squadra, con il giusto rigore.
Il ruolo centrale della meritocrazia
Una nuova gestione dei benefits, la pianificazione elastica delle carriere e l’apertura alle opportunità saranno sempre più subordinate al merito individuale. Qualità e non solo quantità.
Il successo commerciale di un’azienda si confronterà sempre più spesso attraverso le attività nell’ambito della responsabilità ambientale dei processi produttivi, della gestione delle relazioni con le comunità locali in cui opera, così come nell’ambito della sicurezza sul lavoro e della crescita del personale. L’efficienza produttiva con metodologie innovative e lo sviluppo sostenibile favoriranno la riduzione dell’effetto serra e della lotta al cambiamento climatico.
Le sfide che le aziende si trovano ad affrontare nel periodo post Covid-19 dovranno essere prontamente affrontate con le opportune competenze e Contract Manager è in grado, con i suoi Temporary Managers, di offrire alle imprese un adeguato supporto sia per le attività funzionali standard, ma anche per promuovere tutte le necessarie innovazioni che potranno contribuire ad una solida ripartenza.
Siamo al fianco delle imprese da trent’anni; raccontate a Contract Manager la vostra storia, saremo in grado di aiutarvi per il futuro.
Roberto Fortunato
Partner
Contract Manager