Digital Transformation e nuove tecnologie: in che modo una è necessaria all’altra.

Per molte aziende, diventare portatrici di cambiamento anziché esserne vittime è un processo che comincia con una drastica svolta nell’atteggiamento verso le tecnologie digitali. Invece di vederle come strumenti che servono solo a sviluppare un sito web o a potenziare i sistemi interni, vengono anche integrate nell’offerta dei propri prodotti e servizi.
A tal fine, serve ripensare, rielaborare e riprogettare le relazioni con gli stakeholder (azionisti, partner, clienti, fornitori, dipendenti, ecc.), mettendo in primo piano, senza timore, laddove necessario, innovazioni e tecnologie.
Si tratta solo di un primo passo lungo il percorso di trasformazione della catena del valore, benché per molti sia comunque un passo impegnativo e, potenzialmente, anche costoso.

Nella maggior parte dei casi la Digital Transformation rappresenta un cambio fondamentale nella mentalità, nei sistemi e negli strumenti necessari per riposizionare parti o l’intero progetto aziendale.

Perché proprio le tecnologie dovrebbero essere il punto di partenza?

Una risposta la si può trarre da una possibile definizione di Digital Transformation, vista come un ciclo, o un processo, che abiliti le organizzazioni, tramite un migliore e più informato processo decisionale, a creare valore per sé stesse e per la società.
Il ciclo virtuoso di Dati –> Analisi –> Innovazione -> Dati –> Analisi –> Innovazione …, può creare benefici a tutti i livelli dell’impresa nonché al di fuori di essa.
E qui la tecnologia è l’elemento differenziante. Senza di essa la collezione e l’analisi dei Big Data non è proprio possibile. A tal proposito, probabilmente la differenza principale tra la fallimentare “bolla internet” a cavallo del 2000 e la Digital Transformation odierna di grande successo, che sta continuando a cambiare la vita di aziende e cittadini, consiste proprio nella effettiva disponibilità, oggi a differenza di allora, di enormi quantità di dati processabili e in quella di software facilmente accessibili, utilizzabili per la loro analisi.
Questo ha reso il processo decisionale e la capacità di intervento odierno decisamente superiori a quelle di fine anni ’90, con il risultato che mentre nel 2001 la così detta “bolla internet” esplose, provocando il crollo della valorizzazione delle aziende a essa legate, oggi, al contrario, le aziende più vicine al digitale sono in continua, apparentemente inarrestabile crescita.
Dunque, la disponibilità di tecnologie e strumenti utili a generare e analizzare grandi moli di dati sembra essere l’elemento differenziante. Resta il fatto che la Digital Transformation, pur essendo strettamente collegata alle nuove tecnologie e all’IT, è ben di più che una iniziativa IT di stampo classico.

Il ruolo dell’IT

L’IT ha il ruolo di fondamentale strato abilitante. È l’area dove, almeno all’inizio, si concentrano la maggior parte delle iniziative progettuali. Inoltre, essendo per natura una funzione trasversale alle altre, a supporto di tutte e avendo una vocazione all’integrazione, si propone naturalmente anche come potenziale punto di governo progettuale di una trasformazione, anch’essa del tutto trasversale, con ambizione di produrre un risultato utile, a condizione di sapere integrare diverse componenti aziendali (cosa che le classiche funzioni a silos normalmente non sono assolutamente in grado di fare).
Questa è una possibile inquadratura generale del rapporto tra Digital Transformation e nuove tecnologie.
In questo articolo, lungi dal volere, o potere, sviscerare un simile tema, che è gigantesco, ci limitiamo a soffermarci brevemente, tra le numerose esistenti, su due aree tecnologiche, al fine di metterne in evidenza l’importanza, tramite un esempio, nel caso dell’IoT (Internet of Things), e alcune considerazioni molto pratiche relative al Cloud. La scelta di proprio queste due aree è legata alla loro crescita molto forte e diffusa, nonché crescente accessibilità.

IoT

Caso di una azienda operante nel settore agricolo

L’azienda produce macchine agricole sofisticate per il mercato delle attrezzature e dei servizi dell’agricoltura di precisione. In un lasso di tempo di oltre dieci anni, la società è passata dall’essere un importante produttore di attrezzature per la raccolta a divenire un pioniere di una nuova attività basata su piattaforme informative.
Durante questo periodo il focus strategico dell’azienda è passato da: 1) quello iniziale, centrato sulla qualità e l’affidabilità delle sue macchine; 2) a uno basato sulla gestione della disponibilità e sulla capacità di offrire servizi, su base contrattuale; 3) fino, ad oggi, dove il focus è centrato sull’acquisizione e integrazione dei dati, essendo diventata un partner esperto di analisi, all’interno di una nuova piattaforma di business.
Vi è stato quindi un graduale spostamento da vendita di prodotti a vendita di servizi di automazione, ottimizzazione e diagnostica da remoto, fino a una proposta, che fondamentalmente è di partnership, nel settore delle informazioni e servizi agricoli.

Come è stato possibile questo cambiamento?

Si tratta in realtà di una strategia industriale ben nota e di successo, che le aziende utilizzano frequentemente per differenziarsi dai loro concorrenti: quella cioè, di offrire servizi a valore aggiunto, a complemento o addirittura in sostituzione della vendita dei prodotti.
Nel tempo queste organizzazioni spostano la loro attenzione da offerte basate puramente sui prodotti a soluzioni integrate a valore aggiunto, se possibile, attraverso contratti di lungo termine. L’obiettivo è fornire ai clienti servizi unici, stabilendo così relazioni durature che colleghino – e leghino – più strettamente i clienti a questi produttori.

L’IoT è stato un abilitatore chiave

I sensori e gli attuatori stanno diventando più intelligenti e completamente integrati nei prodotti industriali. L’Internet of Things (IoT) offre il potenziale per trasferire un’ampia varietà di dati in quantità e con velocità davvero senza precedenti. Questi dati possono essere utilizzati per ottenere nuove informazioni sulle esigenze e i desideri dei clienti, che possono a loro volta essere utilizzate per definire con precisione nuovi prodotti e servizi per questi e altri clienti. In quanto tale, l’applicazione delle tecnologie IoT è un importante motore per l’innovazione e un modo chiaro per differenziare il proprio modello di business.
Nel tempo le aziende che lo adottano accumulano sempre più conoscenze su come si comporta un’apparecchiatura e sui fattori che determinano le sue prestazioni. Questa azienda non ha fatto eccezione.
Grazie all’IoT sono diventati sempre più esperti sul comportamento delle apparecchiature e hanno iniziato a offrire questa conoscenza ai propri clienti. Ciò ha dato loro l’opportunità di avviare un nuovo modello di business basato sui servizi che differiva in modo significativo dal modello precedente, basato invece sul prodotto. I ricavi e l’identità del marchio non sono più legati esclusivamente alla produzione e alla vendita di nuovi prodotti. Al contrario, sono guidati da un’intima connessione con i propri clienti e dalla conoscenza approfondita delle esigenze delle apparecchiature di questi clienti.
Nella fase finale della sua trasformazione digitale, la società ha cercato partner che potessero fornire altri dati, come il meteo, e altre informazioni relative al contesto, che hanno ulteriormente arricchito la sua base di conoscenze. Questo passaggio finale li ha resi partner a pieno titolo in una piattaforma di servizi di informazione sull’agricoltura.
Una simile piattaforma informativa, definita dal software, riunisce molti attori diversi per formare un ecosistema agricolo. Ogni attore fa parte della stessa rete di valore. L’interesse comune di tutte le parti è generare nuove conoscenze quando si collegano tra loro tutti i dati del processo di raccolta, previsioni meteorologiche o dati geografici, per saper prevedere gli effetti di una particolare combinazione di fertilizzante e seme.
L’analisi di questi dati consente all’Azienda di offrire una varietà di servizi come per esempio protocolli di coltivazione specifica per area o di fertilizzazione per località.

Cloud

Un possibile utile modo per classificare una Digital Transformation, secondo una scala a impatto decrescente, è il seguente:

  1. Trasformazione del modello di business;
  2. Trasformazione del modello operativo;
  3. Ottimizzazione di una funzione aziendale.

Trasformazione del modello di business

In questo approccio serve avere la capacità di costruire e testare nuovi concetti in modo rapido ed efficiente, senza dovere concretamente implementare intere linee di business. L’idea di fondo è: il digitale richiede sperimentazione.
La sperimentazione nel proprio data center è complicata e costosa. Da qui il successo di modelli di cloud ibrido o pubblico, che consentono invece sperimentazioni molto rapide.

Trasformazione del modello operativo

Questo è il caso tradizionale di trasformazione dei propri processi e approcci tradizionali tramite strumenti di automazione e orchestrazione. Spesso le aziende avviano progetti nei loro data center per spostarli successivamente sul cloud pubblico, oppure, i progetti prendono direttamente avvio nel cloud pubblico.

Ottimizzazione di una funzione aziendale

Il cloud pubblico sta ad esempio riscuotendo molto interesse per gli ambienti non di produzione, quali ad esempio gli ambienti di disaster recovery o per gli archivi per conservare i dati a lungo termine.
Capita che il cloud privato venga utilizzato quando l’applicazione aziendale deve rimanere isolata o vicino a strutture come un’officina o un magazzino, mentre il cloud pubblico è sempre più presente nelle aree di e-commerce e gestione degli ordini, soprattutto nelle aziende che sono influenzate dalla stagionalità, per via della caratteristica di elasticità e il modello pay-per-use offerti dal cloud pubblico.

Conclusioni

In conclusione, indipendentemente dalla particolare interpretazione della Digital Transformation di ciascuna organizzazione, la velocità e l’agilità sono fondamentali, ed è qui che il cloud diventa cruciale.
In questo contesto si sta diffondendo la cultura della sperimentazione, effettuata con una preventiva capacità accettare anche “fallimenti” di alcuni degli esperimenti, poiché i loro svantaggi sono ampiamente superati dai vantaggi di poter provare nuove caratteristiche, funzionalità, set di dati, algoritmi e così via.
In un mondo che corre veloce e che accelera sempre, attendere diverse settimane prima che l’infrastruttura venga implementata per supportare una nuova idea, che potrebbe anche stare in vita solo per pochi giorni, non è un punto di partenza percorribile. Questo è forse il motivo principale alla base del successo del public cloud.

Roberto Maggioncalda