PERCHE´ IL PICCOLO IMPRENDITORE ANNEGA NEL “GIORNO DOPO GIORNO”

“Non posso andare avanti così, non ho il tempo, non dico per rilassarmi, ma neanche per pensare a come migliorare l´azienda”.

“Acquisto dai fornitori, contatto direttamente una buona parte dei clienti, seguo la produzione e i rapporti con le banche e con il personale. Se non intervengo in tutto non si va avanti, come desidero…”

“Mi rendo conto che ci sono altre cose importanti ma se non mi occupo io di queste chi se ne occupa…”. Sono alcune frasi che si sentono spesso dire dai piccoli imprenditori e se ne potrebbero citare molte altre. Tutte evidenziano da una parte il grosso impegno del piccolo imprenditore, la cosiddetta prima linea, dall´altra la tendenza a non delegare più di tanto ai propri collaboratori.

Bisogna certamente riconoscere che le piccole imprese, che tanto contribuiscono a tenere a galla il nostro Paese, devono la gran parte del loro successo alla straordinaria vitalità e perseveranza del piccolo imprenditore. Questo però non è più sufficiente, poichè la situazione tecnologica è sempre più complessa e dinamica. L´imprenditore non può occuparsi soltanto della gestione operativa, del giorno dopo giorno. Non si può crogiolare negli allori o rinchiudersi nel proprio orticello.

E´ necessario, affinchè le piccole imprese ricoprano ancora un ruolo di primo piano, riscoprire il ruolo dell´imprenditore. Volendone fare uno slogan, potrebbe essere questo: “torniamo a fare gli imprenditori!”. Ma per rinverdire l´imprenditorialità dobbiamo partire dall´azienda e in primo luogo dall´imprenditore stesso.

In questi ultimi mesi su riviste e quotidiani molto è stato scritto sul recupero dell´imprenditorialità. Pochi però hanno cercato di are in concreto una mano a chi questa imprenditorialità desidera recuperarla.

L´imprenditore che vuole essere tale deve:

  1. Dedicare più tempo alle attività strategiche, cioè al posizionamento del prodotto sul mercato e al lancio di nuovi; alla scelta di altri canali, alla definizione delle strategie competitive. Il tempo è scarso ma bisogna trovarlo. Un modo potrebbe essere quello di fissare periodicamente dei momenti di riflessione su questi problemi.
  2. Delegare maggiormente le attività operative ad alto consumo di tempo e di limitata rilevanza strategica. E´ inutile oltre che costoso fare tutto o occuparsi di tutto.
  3. Lavorare di più in gruppo. In una piccola impresa ci sono le condizioni ideali per lavorare insieme, conoscenza personale, contatti diffusi, intercambiabilità di persone ecc.. Perchè non sfruttarle, creando un clima di collaborazione, fissando una serie di riunioni, definendo gli obiettivi e i tempi di lavoro?
  4. Risalire sempre alle cause dei problemi. Non è sufficiente individuare il problema e sentire che esiste; bisogna capire da dove viene, quali sono le relazioni di causalità, per poter intervenire con successo e in tempi brevi.
  5. Recuperare ottimismo e fiducia nell´attività imprenditoriale. La migliore fonte di energia è la convinzione del valore di ciò che si fa. Questa regola banale vale ancora di più in una attività complessa e faticosa come quella imprenditoriale.
  6. Essere attento ai cambiamenti ambientali e innovare continuamente. Il piccolo imprenditore deve stare sempre all´erta, dirigendo le sue “antenne” presso ogni fonte di informazione, gli utenti finali, i clienti, i fornitori, i concorrenti, i colleghi esteri, la stampa, ecc. Non basta però essere attenti. E´ necessario rispondere ai cambiamenti innovando e mettendo in discussione gli schemi ed i processi utlizzati. Da sempre le imprese che hanno saputo capire il senso dei cambiamenti e che hanno percorso la strada dell´innovazione si sono trovate avvantaggiate. Se è vero che l´imprenditore è il “motore” della piccola impresa, se è lui il traino, il fulcro e la sintesi dell´intera attività, non possiamo che partire da lui per garantire un adeguato sviluppo qualitativo e quantitativo delle piccole imprese.

Angelo Vergani