COSA FARE CON LA CRISI

L´Euro continua a salire; il asso di fiducia dei consumatori è in discesa; la rissa politica cresce; la domanda di beni di investimento da parte delle imprese è ferma; la domanda di beni di consumo è in calo; le esportazioni verso l´area del dollaro soffrono; la Cina, unica economia fino al 200 in forte crescita (PIL + 9%), è bloccata dalla sars che ha surgelato tutte le missioni economiche occidentali in quel promettente continente; i mercati europei più importanti, quello francese e quello tedesco, sono in profonda crisi; la Spagna è ferma, la borsa ha scottato molti risparmiatori, potrebbe risalire, ma rimane un terreno minato; i tassi di interesse sui capitali sono ai minimi storici; l´inflazione è stazionaria intorno al 2,5%; le riduzioni di personale sono state notevoli soprattutto nelle classi alte della scala reddituale, quella dei dirigenti e dei quadri. Insomma, i segnali di una situazione di crisi/stagnazione sono tanti e preoccupanti,. Ma ciò che preoccupa di più è l´effetto psicologico,. La contaminazione degli animi, il diffondersi e il radicarsi del pessimismo. Un pessimismo amplificato dal martellamento continuo dei mass media che esaltano senza misura ogni fatto negativo. Un pessimismo alimentato anche da una pace sociale che non c´è più, da un conflitto strutturale e devastante tra i poteri forti dello Stato. Noi tutti “stiamo in campana”, non abbiamo fiducia nel futuro, non vediamo rosa, ma nero. Blocchiamo o progetti di investimento, le spese di lungo periodo, gli acquisti di beni durevoli. Con ciò cala la domanda e si bloccano i consumi. La ricchezza non circola, rimane chiusa nei forzieri delle banche, una ricchezza che è stata “spiumata” dalle perdite borsistiche e dai crac finanziari di imprenditori e manager senza scrupoli. Allora, che fare in questa situazione? Che atteggiamento tenere di fronte ai consumi, al risparmio e al lavoro? Non ascoltare assolutamente chi afferma che bisogna consumare, consumare e consumare. Non credo alle cicale, non mi sono mai piaciute, preferisco le formiche, ma le “formiche leone” però. Consumare quello che serve,. e fare comunque progetti di investimento ma compatibilmente con le proprie capacità di reddito. Indebitarsi solo se si è capaci di rimborsare il prestito. “Se hai 1000 lire spendine 100” mi diceva mio padre. Continuare a risparmiare e anche di più. Investire la liquidità eccedente solo sul breve, in gestione monetaria, anche se rende meno di un obbligazionario a lungo termine. Stare attenti alla risalita degli indici borsistici che sta già avvenendo. Essere pronti coi liquidi per approfittare di una fruttuosa e veloce risalita. Comprare casa, anche se i prezzi sono un po´ alti, e contrarre un mutuo; i tassi passivi sono ai minimi storici. Quanto al lavoro, essere flessibili. Non puntare al mantenimento a tutti i costi del proprio posto ma prepararsi, aggiornarsi, accettare nuove sfide, flessibilizzarsi con i nuovi contratti di lavoro. Mettersi in proprio, magari in cooperativa, se si ha un´idea imprenditoriale valida e innovativa, Essere disposti a fare lavori anche umili. I vecchi lombardi dicevano “lavurash, danarash”, avevano ragione e hanno ancora ragione. Per vincere dobbiamo coniugare il buon senso al coraggio. Difficile ma è ciò che dobbiamo fare oggi se vogliamo sopravvivere ad una crisi che si prospetta lunga e dura. E fino a quando, nessuno lo sa.

Angelo Vergani