QUI SI AFFITTANO DIRETTORI GENERALI

Italia Oggi
Lorenzo Morelli
19 gennaio
2009

Per risolvere una situazione di crisi, per gestire un nuovo business. Per affrontare una visione o per favorire il passaggio generazionale. Cresce in Italia il ricorso al temporary management. Non si tratta di mercenari disponibili a tutte le avventure, ma di manager sperimentati e rodati che, spesso dopo una significativa esperienza alle dipendenze di un’azienda, decidono di mettersi in proprio, appoggiandosi a una società specializzata, che garantisca il patto contrattuale.

Le ragioni per le quali si ricorre a un manager in affitto sono molte. E molte sono anche le specializzazioni richieste. Si va dal reclutamento di un direttore generale dal polso fermo per gestire con pieni poteri un’azienda in difficoltà allo specialista di gestione dei flussi finanziari; dal trascinatore per avviare un nuovo business su mercati ignoti e rischiosi al facilitatore della staffetta tra padri e figli in azienda.
Nata molti anni fa all’estero, la formula dl contract management o del temporary management è arrivata con alterne fortune in Italia una ventina di anni fa e ora sta conoscendo, grazie alla crisi, una stagione di nuova vitalità. Non si tratta di un mordi e fuggi, come spesso capita con il private banking,ma di un’assunzione di responsabilità, tanto più che le missioni possono durare anche diversi anni. In questo momento questo strumento può essere la soluzione di alcun problemi nelle aziende, ma anche un’opportunità per molti manager. Per quelli che sono stanchi della solita routine o per quelli che sentono scricchiolare la propria azienda e che rischiano di esserne espulsi. I quali, grazie al temporary, possono così continuare a far valere la propria competenza.

Attivo da 20 anni, il temporary management sta crescendo

Analisi, diagnosi e terapia. E’ la procedura standard del manager a tempo, il professionista con il compito di gestire i processi di cambiamento nelle imprese agendo per periodi determinati. Anello di congiunzione tra il mondo delle aziende e i manager sono le società che affittano i professionisti, garantendo la professionalità del management e indicando i profili più adatti a seconda dei diversi casi. Il modello d’intervento prevede tre fasi.

Primo passo: conoscenza e individuazione dei problemi e scelta del manager secondo le sue esperienze professionali. Fase due: formazione di un piano operativo di intervento rapido indicando tempi e costi. Terzo e ultimo livello: la gestione. In pratica si t ratta di presentare il piano formulato nella fase precedente, ottenere le deleghe operative e una vota terminato l’intervento fare il passaggio di consegne per uscire dall’azienda. Ad applicare da 20 anni questa procedura è tra le società del settore Contract Manager, azienda nata a Milano 1989 con l’obiettivo di dare una risposta ai problemi di management delle imprese.

Fondatore e Amministratore Delegato è Angelo Vergani che, dopo la laurea alla Bocconi nel 1981, ha iniziato come professore insegnando strategia aziendale alla Sda Bocconi, poi ha intuito il potenziale del mercato del contract manager e ci ha costruito sopra la sua azienda.

Vergani ha introdotto la formula del temporary management prendendo spunto da un modello già applicato dalle multinazionali. “Da sempre all’interno delle grandi organizzazioni aziendali esistono delle figure che intervengono per risolvere gravi problemi gestionali. Si tratta di risorse umane molto preparate, conoscono diverse lingue, hanno una profonda conoscenza della cultura aziendale e padroneggiano perfettamente i diversi aspetti e strumenti della gestione.
Le società di temporary management hanno da qualche tempo istituzionalizzato queste figure presenti nelle grandi multinazionali, offrendo come servizio e dall’esterno una task force capaci di risolvere in poco tempo situazioni complesse”.

Contract Manager oggi dispone di un team di 25 professionisti, età superiore ai 40 anni e professionalità maturate attraverso esperienze di alta direzione. Queste risorse sono messe a disposizione nelle aziende per un periodo di tempo definito anche di alcun anni, assumendosi la responsabilità della gestione.
“Una missione per gli interventi di management funzionale o di progetto può durate da sei mesi a due anni, mentre per gli interventi a livello di direzione generale si va da un minimo di due anni fino a un massimo di tre” illustra Vergani. “Nel suo lavoro il contract manager non è da solo, ma ha sempre l’appoggio di uno shadow manager, che supervisiona il suo lavoro e funge da collegamento tra la società e l’azienda cliente”.

Il contract manager può coprire tutti i ruoli dirigenziali: dall’amministratore delegato, passando a quello di direttore finanziario e dal marketing fino al responsabile del project manager.
Per facilitare l’incontro tra domanda e offerta da quest’anno è stato rinnovato il sito www.contractmanager.it dove le azienda, compilando dei format on line, hanno la possibilità, se vogliono e in modo riservato, di presentare il loro specifico caso.

Il temporary management per le aziende rappresenta l’opportunità di avere un servizio qualificato e allo stesso tempo di risparmiare sui costi del personale. “Il manager in affitto è subito disponibile e non si deve aspettare che si liberi da impegni precedenti con altre aziende” conferma Guido Tarizzo, amministratore delegato di Eim, un’altra società del settore. “Inoltre, grazie all’evoluzione delle norme contrattuali, oggi è possibile assumere il professionista per un periodo determinato, senza vincoli normativi che obbligano a ingenti somme per le buone uscite o tempistiche rigide per la cessazione del rapporto”.

Nel mare magnum del lavoro, Eim si pone come garante della qualità dei suoi professionisti: “gestiamo 500-600 manager, al momento abbiamo in corso 50 progetti e ogni anno lavoriamo con un centinaio di imprese a cui forniamo management per ogni settore aziendale. Una delle nostre funzioni è anche quella di garantire la competenza e la preparazione del capitale umano che forniamo”.

La tradizione dei manager a tempo è un’abitudine che da sempre caratterizza soprattutto i paesi anglosassoni, mentre nell’Europa continentale è realtà solamente da una quindicina d’anni.
“Il manager in affitto è un’opportunità per gestire non solo aziende in ristrutturazione ma anche eventi positivi come una fusione, un’acquisizione oppure un grande progetto come ad esempio l’Expo 2015 di Milano, che capita una volta e poi più”, spiega Nicola Gavazzi, amministratore delegato di Egon Zehnder, la più nota società di head hunting presente n 60 paesi nel mondo, che opera in Italia dal 1971 e che svolte anche attività di temporary management. “noi ogni anno gestiamo circa 200 operazioni di cui il 15% riguarda la fornitura di dirigenti. Il target che il mercato ci chiede è una figura manageriale adulta, dai 50 anni in su, con una vasta esperienza nel settore aziendale. I manager si occupano solo del progetto per cui sono stati ingaggiati, devono risolvere il problema per cui sono stati chiamati e, scaduto il mandato del contratto, lasciano l’azienda”.

Lorenzo Morelli