DALLA CRISI SI PUO´ USCIRE SENZA I TAGLI

Il Sole 24 Ore
Luca Vitale
19 Novembre
2001

“Abbassare il break even e ridurre il personale”

Gli ordini calano, il fatturato scende, i consumatori sono piu´ prudenti nei consumi. Il quadro generale e´ aggravato dal crollo delle borse e dagli attentati dell´11 settembre. Di fronte al periodo negativo le aziende hanno bloccato i piani di investimento, i progetti di espansione all´estero, la costruzione di nuove linee produttive.

“Il calo dei consumi combinati al blocco degli investimenti – spiega Angelo Vergani, amministratore delegato di Contract Manager – genera ripercussioni negative su tutto il sistema. Le macchine dei terzisti girano al 50%, le aziende che fanno imballaggi sono le prime che subiscono la frenata, nell´elettronica i fatturati sono scesi del 30%, il metalmeccanico annaspa. Se fino a qualche mese fa Contract Manager era impegnata a seguire progetti di sviluppo, di joint venture all´estero, di start up di nuovi stabilimenti – continua Vergani – ora le aziende ci chiedono piani di ristrutturazione per ammorbidire l´impatto della crisi, manovre per abbassare i costi, progetti di outsourcing”. Quali sono le strategie da adottare nei periodi di recessione? “La regola da seguire, e non ci sono segreti – risponde Vergani – e´ quella di abbassare il break even e cercare di tagliare su tutte le voci di costo della struttura, comprese quelle del personale”.
Abbassare i costi, quindi, e, se necessario, ridurre gli organici. Regole banali, ma non sempre pero´ facili da seguire nel sistema Italia. “E´ vero – afferma Vergani – ma sono le uniche che fanno uscire vincenti dalla crisi. E a farne le spese saranno anche tanti dirigenti che perderanno il posto. Blocco delle assunzioni e tagli del personale sono manovre che stanno adottando le aziende, anche perche´ va aggiunto che la crisi e´ arrivata improvvisa dopo una fase di euforia e ha colpito un po´ di sorpresa le imprese, ed e´ stata ulteriormente aggravata dagli attentati dell´11 settembre che nessun esperto poteva prevedere”.

Non e´ pero´ il caso di drammatizzare eccessivamente perche´ il sistema ha retto di fronte a eventi peggiori, “La crisi petrolifera dell´inizio degli anni 70 era sicuramente piu´ grave” conferma Vergani.
Ma come spesso accade il momento difficile puo´ generare business, soprattutto per le aziende in salute e forti finanziariamente. “I buoni affari si potranno fare fra qualche mese, ora e´ancora troppo presto – spiega Vergani – vera´ anche il momento delle acquisizioni vantaggiose”. Con le operazioni di acquisizione si apriranno nuovi orizzonti anche per i venture capitalist. “D´altronde – conclude Vergani – il processo di deindustrializzazione del Paese e´ avviato gia´ da tempo.

Luca Vitale