inima 2025

L’indagine annuale 2025 dell’INIMA (International Network of Interim Manager Associations) offre uno spaccato sul mondo dell’Interim Management in Europa e un interessante focus sulla situazione nel nostro paese. È interessante notare le differenze tra il panorama europeo e quello italiano, quali sono le peculiarità che caratterizzano il mercato dell’Interim Management? L’analisi dei dati rivela tendenze che meritano di essere esplorate.

Il profilo dell’Interim Manager: esperienza e diversità in crescita

L’Interim Manager si conferma una figura con solida esperienza professionale. In Europa, l’età media è di 56,9 anni, con 8,2 anni di esperienza specifica nel settore. L’Italia segue questo trend con un’età media leggermente superiore (57,8 anni) e un’esperienza media di 7,3 anni.
Un segnale particolarmente incoraggiante riguarda la diversità di genere. A livello europeo, la presenza femminile ha raggiunto il 16%, con punte significative in Polonia (36%) e Francia (29%). In Italia, la percentuale è salita all’11%, in crescita rispetto all’8,9% della stessa indagine INIMA 2024 e in netto miglioramento rispetto al 4% del 2021. Si tratta di un cambiamento graduale ma costante, che riflette un’evoluzione verso una maggiore inclusività ma che fotografa una situazione decisamente più statica in Italia.

Competenze strategiche al servizio della trasformazione aziendale

Le aziende cercano negli Interim Manager competenze di alto livello, prevalentemente orientate alla leadership e alla gestione strategica. In Europa, il General Management domina con il 30,4% delle specializzazioni, seguito da Finanza (10,5%), Operations (10,4%), Risorse Umane (9,7%) e IT (5,8%).
In Italia, la distribuzione delle competenze richieste segue un pattern simile: Direzione Generale (29%), Operations (16%) e Finance (13%). È interessante notare come l’Interim Manager italiano medio possieda 2,3 specializzazioni funzionali oltre a quella principale, segno di una versatilità particolarmente apprezzata dal mercato, soprattutto nelle PMI dove spesso è necessario gestire contemporaneamente diverse aree aziendali.
Questa polivalenza si riflette anche nel livello degli incarichi: il 40% si colloca in posizioni C-level (CFO, COO, CIO, CMO), confermando come le aziende italiane cerchino negli Interim Manager non solo consulenti, ma veri leader capaci di guidare funzioni chiave e processi complessi.

Un mercato in evoluzione, tra resilienza e adattamento

Il 2025 ha visto una leggera contrazione del mercato a livello europeo. Il tasso di utilizzo medio è sceso al 65% (-4% rispetto al 2024), e la percentuale di Interim Manager in incarico a gennaio 2025 è calata al 62% (-5%). Tuttavia, questi dati non indicano necessariamente un declino strutturale, quanto piuttosto un mercato che si sta adattando a nuove dinamiche economiche. L’Italia evidenzia un dato rimane significativamente superiore alla media europea: a gennaio 2025, il 74% degli Interim Manager italiani era impiegato in un incarico temporary.

Particolarmente significativa è la crescente preferenza per incarichi part-time, che in Italia rappresentano il 51% del totale (rispetto al 40% del 2021). Questa tendenza riflette un approccio pragmatico: le aziende italiane, specialmente le PMI, ottimizzano l’investimento acquisendo competenze mirate per il tempo necessario, con una flessibilità che risponde nel migliore dei modi alle loro esigenze.

I settori trainanti: la centralità dell’industria manifatturiera

I settori industriali tradizionali rimangono il cuore pulsante dell’Interim Management europeo. Manufacturing/meccanica, industria, automotive, IT e alimentare dominano la classifica, confermando come anche i settori consolidati necessitino di iniezioni di competenze esterne per mantenersi competitivi.
In Italia, questa vocazione industriale è ancora più marcata, con i settori manifatturiero, meccanico e automotive a fare da protagonisti. È interessante notare come questi ambiti rappresentino pilastri tradizionali dell’economia italiana, evidenziando la capacità dell’Interim Management di rispondere alle esigenze specifiche del nostro sistema produttivo.

Le PMI italiane: un terreno fertile per l’Interim Management

Una delle peculiarità più significative del mercato italiano si evidenzia dall’analisi delle dimensioni aziendali. In Italia, il 46% degli incarichi si svolge in aziende con meno di 100 dipendenti, contro una media europea del 27%. Inoltre, il 62% delle aziende clienti presenta un fatturato annuo inferiore ai 50 milioni di euro.

Questi numeri raccontano una storia importante: l’Interim Management in Italia ha trovato terreno particolarmente fertile nelle PMI, che rappresentano l’ossatura del nostro sistema economico. A questo proposito è interessante riprendere ciò che avevamo già rilevato nell’articolo: “Quando e perché le PMI scelgono il temporary management“. La flessibilità di questo modello consente alle organizzazioni più piccole di accedere a competenze di alto livello senza sostenere l’onere di assunzioni permanenti, colmando così potenziali divari competitivi rispetto alle grandi imprese.

Le ragioni del cambiamento: perché le aziende scelgono l’Interim Management

Cosa spinge le aziende italiane a ricorrere a un Interim Manager? L’indagine INIMA 2025 identifica chiaramente le motivazioni principali. Il change management risulta la motivazione predominante, rappresentando il 44% degli incarichi: le imprese cercano guide esperte per attraversare fasi di trasformazione organizzativa o di business.
Lo sviluppo aziendale segue con il 28% degli incarichi, dimostrando come molte aziende cerchino supporto per progetti di crescita ed espansione. La riduzione dei costi (23%) rappresenta la terza motivazione più frequente, con gli Interim Manager chiamati a ottimizzare processi e risorse, migliorando l’efficienza operativa.
La durata media degli incarichi in Italia è di circa 14 mesi, significativamente superiore alla media europea di 11,5 mesi. Questa tempistica più estesa riflette la complessità degli interventi richiesti e la necessità di un accompagnamento continuativo durante le fasi di cambiamento e conferma un approccio all’interim meno emergenziale e più strategico.

Guardando al futuro: sfide e opportunità

Le prospettive future dell’Interim Management in Italia appaiono promettenti: il 66% dei professionisti intervistati esprime ottimismo per l’anno a venire, con solo il 7% che prevede un declino. Questo ottimismo è nettamente superiore alla media europea, dove le opinioni positive si fermano al 40% , ricordiamo però che la dimensione del mercato del Temporary Management in Italia è ancora significativamente inferiore a quello di mercati più maturi come la Germania e la Francia.
Tra le sfide principali che gli Interim Manager italiani dovranno affrontare nei prossimi anni emergono: la necessità di comunicare efficacemente i vantaggi del modello alle PMI, l’aggiornamento continuo su nuove tecnologie e soft skills, lo sviluppo dell’attività per mantenere un adeguato livello di impiego, e il miglioramento del personal branding.

L’adozione dell’intelligenza artificiale è vista come una priorità, seguita dallo sviluppo delle risorse umane e dalle competenze in sostenibilità. Gli Interim Manager sono chiamati a evolvere il proprio profilo per rispondere a queste esigenze emergenti, mantenendo la propria rilevanza in un contesto economico in rapida trasformazione.

Conclusioni: un modello che trasforma le sfide in opportunità

L’analisi dei dati INIMA 2025 dipinge un quadro dell’Interim Management italiano in evoluzione: da strumento di risposta alle emergenze a leva strategica di trasformazione e sviluppo. La sua particolare efficacia nel contesto delle PMI italiane rappresenta un valore aggiunto significativo per il nostro sistema economico.

La combinazione di competenze di alto livello, esperienza consolidata e flessibilità operativa rende l’Interim Manager una figura chiave per affrontare le sfide complesse che le aziende si trovano ad affrontare. La capacità di operare in contesti diversificati, di guidare processi di cambiamento e di trasferire know-how all’organizzazione rappresenta un valore che va ben oltre i risultati immediati.
Per le aziende italiane che guardano al futuro, l’Interim Management rappresenta un’opportunità strategica per acquisire le competenze necessarie a navigare un ambiente economico in continua evoluzione.

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Per le aziende italiane che guardano al futuro, il temporary management è un’opportunità strategica per acquisire le competenze necessarie a navigare con successo in un panorama economico sfidante e in continua evoluzione.

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