PMI e temporary manager

Il tessuto imprenditoriale italiano vive di piccole e medie imprese, che ne costituiscono la spina dorsale e l’elemento caratterizzante. Secondo i dati Istat, le PMI costituiscono oltre il 99% delle aziende attive nel nostro paese. La ricerca INIMA 2024 rivela un dato significativo: il 52% degli incarichi di Temporary Manager avviene in queste realtà. Questo fenomeno merita un’analisi approfondita.
Le PMI italiane, nonostante le dimensioni contenute, mostrano una propensione crescente verso l’utilizzo di figure manageriali temporanee. Queste aziende, pur disponendo di risorse limitate rispetto alle grandi imprese, riescono a colmare potenziali divari competitivi grazie all’inserimento di professionisti esperti. La flessibilità del temporary management consente alle organizzazioni più piccole di accedere a competenze di alto livello senza sostenere l’onere di assunzioni permanenti.

Il report INIMA evidenzia che il 50% delle aziende clienti ha meno di 100 dipendenti e che il 62% presenta un fatturato annuo inferiore ai 50 milioni di euro. Questi numeri confermano come il modello del management temporaneo si adatti perfettamente alle esigenze delle realtà di dimensioni contenute, permettendo loro di affrontare sfide complesse con strumenti adeguati e competenze specialistiche altrimenti inaccessibili.

Le circostanze che spingono le PMI verso il temporary management

Le PMI italiane ricorrono al Temporary Management in momenti specifici del loro ciclo di vita aziendale. L’indagine INIMA 2024 identifica chiaramente queste circostanze, fornendo un quadro dettagliato delle situazioni che inducono le piccole e medie imprese a cercare questo tipo di supporto.

Il change management si evidenzia come la motivazione principale, rappresentando il 44% degli incarichi. Le aziende necessitano di guide esperte per attraversare fasi di trasformazione organizzativa o di business. Lo sviluppo aziendale segue con il 28% degli incarichi, dimostrando come molte PMI cerchino supporto per progetti di crescita ed espansione.

La riduzione dei costi (23%) rappresenta un’altra circostanza ricorrente. I Temporary Manager vengono chiamati per ottimizzare processi e risorse, migliorando l’efficienza operativa. La durata degli incarichi risulta variabile ma tendenzialmente estesa: il 25% supera i 24 mesi, il 16% si colloca tra i 13 e i 18 mesi. Questa tempistica riflette la complessità degli interventi richiesti e la necessità di un accompagnamento continuativo durante le fasi di cambiamento.

La preferenza per incarichi part-time (52% contro il 33% full-time) suggerisce un approccio pragmatico: le PMI ottimizzano l’investimento, acquisendo competenze mirate per il tempo necessario.

Quali le competenze richieste e quali i settori più attivi

Il profilo del Temporary Manager richiesto dalle PMI italiane risulta ben delineato dalla ricerca INIMA 2024. L’esperienza costituisce un fattore determinante: il 25% dei professionisti vanta 10-15 anni di attività nel settore, mentre oltre il 35% supera i 10 anni di esperienza.

Le competenze di general management risultano le più richieste (29%), seguite da operations (16%) e finance (13%). Questa distribuzione riflette la necessità delle PMI di acquisire temporaneamente visioni strategiche ampie e capacità di gestione operativa concreta. Il livello di intervento si concentra nelle posizioni C-suite, con il 40% degli incarichi a livello di CFO, COO, CIO, CMO.

I settori industriali che più frequentemente ricorrono al temporary management sono la manifattura, l’industria meccanica e l’automotive. È rilevante notare come questi ambiti rappresentino pilastri tradizionali dell’economia italiana, evidenziando come anche i settori consolidati necessitino di iniezioni di competenze esterne per mantenersi competitivi.

La ricerca evidenzia inoltre la versatilità dei Temporary Manager: mediamente possiedono 2,3 specializzazioni aggiuntive oltre a quella principale. Questa polivalenza li rende particolarmente adatti ad operare nelle PMI, dove spesso è richiesta la capacità di gestire contemporaneamente diverse aree funzionali.

L’impatto trasformativo del Temporary Management sulle PMI

La ricerca INIMA 2024 mette in luce come l’influenza dei Temporary Manager vada ben oltre la semplice consulenza. Questi professionisti apportano un cambiamento sostanziale nelle PMI, trasferendo competenze ed esperienze maturate in contesti diversificati.

Con un’età media superiore ai 55 anni e una predominanza di ruoli C-level, il Temporary Manager introduce nella PMI metodologie e approcci consolidati. Il valore generato non si limita ai risultati immediati ma si estende alla trasmissione di know-how all’organizzazione. Questo aspetto risulta particolarmente prezioso per le piccole e medie imprese, che possono così accedere a competenze altrimenti difficilmente acquisibili.

La ricerca evidenzia come le PMI riconoscano questo valore distintivo. Per le piccole e medie imprese, particolarmente attente all’allocazione delle risorse, il Temporary Management rappresenta un investimento strategico con ritorni tangibili. Il modello flessibile del management temporaneo permette alle PMI di accedere a competenze di alto livello con un impegno limitato nel tempo e in linea all’obiettivo specifico. Questo contribuisce a rendere il divario competitivo con le grandi imprese meno rilevante, permettendo alle realtà più piccole di implementare strategie e processi di livello avanzato..

Le prospettive future e le sfide emergenti

Il mercato del Temporary Management mostra segnali positivi per il futuro. La ricerca INIMA 2024 rileva che il 72% dei professionisti intervistati prevede una crescita per l’anno successivo, con il 23% che esprime un outlook “molto positivo” e il 49% “positivo”.

Questo ottimismo si fonda su tendenze concrete osservate nel mercato. L’aumento del tasso di utilizzo dei Temporary Manager al 75% nel 2024 indica una domanda sostenuta. La crescente accettazione del modello di management temporaneo nelle PMI italiane rappresenta un cambiamento culturale significativo in un paese tradizionalmente cauto verso l’introduzione di figure esterne nei ruoli apicali.

Le sfide future identificate dalla ricerca offrono indicazioni preziose sulle competenze che saranno maggiormente richieste. L’adozione dell’intelligenza artificiale emerge come priorità, seguita dallo sviluppo delle risorse umane e dalle competenze in sostenibilità. I Temporary Manager sono chiamati a evolvere il proprio profilo per rispondere a queste esigenze emergenti.

La digitalizzazione e lo sviluppo delle persone rappresentano ulteriori aree di intervento prioritario. Le PMI italiane, per rimanere competitive, necessiteranno di supporto qualificato per navigare la trasformazione digitale e coltivare talenti interni. Il Temporary Management può offrire un ponte ideale tra le esigenze di innovazione e la difesa dei valori fondanti delle piccole e medie imprese italiane.

Contatta Contract Manager

Siamo a disposizione per trovare insieme la soluzione più adeguata alla tua azienda.

Potrebbe interessarti