Il ciclo di vita di un’azienda non è come quello di un prodotto. Le aziende non sopravvivono ai loro stessi prodotti quando questi non sono più al passo col mercato ma non per questo l’azienda deve cessare la sua attività, sarebbe strano. Per sopravvivere le aziende si devono trasformare continuamente e all’occorrenza, soprattutto in quei casi in cui, per vari fattori, si generano turbolenze economiche o finanziarie.
Quelle che vengono meno a questa regola, dopo un periodo di declino, inevitabilmente iniziano a percorrere un sentiero pericoloso, quello della crisi.
Il Temporary Management, ai suoi inizi, è stato associato spesso a questo genere di situazioni. I temporary manager agivano, e lo fanno anche oggi, un po’ come fanno i pompieri che cercano di domare un incendio. Non è il modo migliore di utilizzare uno strumento potente come il servizio che offre, ma è comunque un approccio a favore della continuità dell’azienda.
Gli anni in cui operano le aziende italiane non sono certo quelli del boom economico, la stretta creditizia, le nuove sfide dell’internazionalizzazione e la disintermediazione sopraggiunta per effetto dello sviluppo delle nuove tecnologie, hanno stressato il parco delle imprese, molte delle quali si sono trovate a non saper letteralmente cosa fare.
Le più lungimiranti hanno capito che occorre cambiare qualcosa per ritornare competitivi. C’è bisogno di specialisti che possano offrire una vera alternativa. I temporary manager sono esperti nel loro campo e riescono a condurre fuori dal guado le imprese che necessitano di un intervento deciso, rapido e sicuro. Sembra quasi di parlare di supereroi, ma a ben vedere ci sono situazioni che non possono essere recuperate, ma solo perché si è chiesto il loro aiuto fuori tempo massimo.
La forza dello strumento del contract management è dovuto a una serie di fattori. Già si è detto della specializzazione del manager prescelto, oltre a ciò occorre inquadrare l’intervento nel suo complesso. La società di temporary management in realtà supporta l’azione del professionista attraverso la sua supervisione e un team di altri esperti che giungono in sostegno attivo. Per questo motivo l’efficacia di questo strumento è molto elevata e difficilmente si potrebbe fare di meglio.
Tornando al concetto vero e proprio di crisi, va preso in considerazione il genere di discontinuità che sta attraversando l’azienda in sofferenza. In tutti i casi l’intervento del temporary manager può avere punti comuni e customizzazioni in funzione del livello di gravità della situazione.
Indice – Tavola dei contenuti:
· Fattori comuni riscontrabili negli interventi di temporary management
· Fattori particolari in funzione del livello di intervento necessario
· Conclusioni finali
Fattori comuni riscontrabili negli interventi di temporary management
Il tema di come rilanciare un’azienda in crisi contiene in sé delle caratteristiche che rendono evidente il motivo per cui la soluzione migliore in assoluto non può che essere il manager esterno specializzato in interventi di turnaround.
Il temporary management si configura come un servizio fortemente focalizzato su obiettivi specifici e misurabili. Queste società hanno nel loro DNA un proprio modo di operare e intendere il proprio agire. Al primo posto viene messo il tempo minimo di intervento. Il manager incaricato, con l’ausilio del team del TM (temporary management), svolge una due diligence severa e concreta. La formazione degli obiettivi è un fatto successivo e naturale.
Il concetto di tempo, specializzazione e analisi, ci porta a identificare l’elemento di cui le aziende in crisi necessitano maggiormente: l’ottimizzazione. Ogni decisione che viene presa è ottimizzata alla base, per effetto di un modus operandi quanto mai prezioso.
Il Temporary Manager ha degli obiettivi imprescindibili e non si cura di altro. Il suo lavoro viene esclusivamente valutato sul raggiungimento degli obiettivi a cui è stato assegnato. Per questo motivo il suo operato sarà guidato dall’efficacia. Il secondo fattore che ne deriva è l’imparzialità di giudizio.
L’azienda deve poter uscire dallo stato di crisi e affrontare il mercato rinnovata e potenziata. L’ultimo elemento che si riscontra nell’operato del temporary manager, è la divulgazione del know how.
I fattori appena citati sono quelli che contraddistinguono qualsiasi intervento che scaturisce dal lavoro della società di temporary management. Come detto, però, ci sono varie situazioni e livelli di crisi aziendale, per cui un’azione mirata richiede interventi adeguati alla discontinuità che sta attraversando.
Fattori particolari in funzione del livello di intervento necessario
La modalità d’intervento del TM si deve adeguare al genere di discontinuità in cui si trova l’impresa. Sostanzialmente ci possono essere tre macro modalità:
- Preventiva: ristrutturazione o risanamento ove le aree interessate corrispondono a precise aree aziendali, come la gestione del circolante, l’ottimizzazione dei processi produttivi, la riduzione dei costi di struttura e dei costi variabili. Questo tipo di intervento a sua volta può essere più o meno invasivo in funzione della gravità della situazione economico finanziaria.
- In emergenza: quando la crisi è conclamata ma ci troviamo in una fase ancora reversibile. Un classico è la ristrutturazione del debito.
- Cambio di rotta (turnaround): quando la crisi è irreversibile occorre un intervento esterno in grado di gestire in maniera più profonda il cambiamento.
Le criticità aumentano col passare del tempo, senza che vengano affrontate, fino a ritrovarsi in una situazione grave e talvolta irreversibile.
La risoluzione di casi di crisi aziendali rappresenta un intervento particolarmente impegnativo che esula dal classico body renting (affitto di manager), a cui spesso si fa riferimento quando ci si riferisce all’attività di temporary management.
Conclusioni
Le imprese in Italia che purtroppo vivono una condizione di crisi o pre-crisi, sono parecchie. Non c’è distinzione di settore o di grandezza, poiché alla congiuntura economica si sono assommati altri fattori talvolta del tutto imprevedibili.
Il Temporary management da tempo si è proposto come servizio ideale per intervenire in modalità operativa in pochi giorni e con un livello di coinvolgimento massimo. Sta all’imprenditore capire i segnali che evidenziano un cattivo stato di salute dell’azienda che guida.
La stagnazione o caduta del fatturato, le tensioni finanziarie e la necessità di ridurre i costi e di migliorare l’efficienza produttiva, richiedono piani da attuare senza indugio e con grande impegno di risorse. L’imprenditore in crisi si deve chiedere: ho il know-how necessario all’interno dell’azienda?
Angelo Vergani
Contract Manager – Milano