E’ L’ORA DEI MANAGER A TEMPO

Corriere della Sera
Enzo Riboni
27 marzo
2009

Così le aziende riducono i rischi quando il futuro è incerto

Il ruolo di società come Contract Manager, che contano su staff fissi di professionisti a disposizione delle imprese

Cosa succederà da qui a sei mesi? L’interrogativo è all’ordine del giorno delle imprese, costrette dalla crisi a, come si suol dire, navigare a vista. Chi ha un problema da risolvere (razionalizzare i costi piuttosto che aumentare la produttività) oppure chi vuole far partire un nuovo progetto (aprire un mercato estro o lanciare una campagna commerciale) non se la sente di affidarsi a un dirigente esterno assumendolo a tempo indeterminato: troppi rischi quando si riesce a prevedere solo due o tre mesi più in là. Così molte aziende cominciano a pensare a una soluzione prima mai adottata: rivolgersi a un temporary manager, una sorta di dirigente in affitto ingaggiato solo per gestire uno specifico progetto. Che i “sentiment” aziendali siano proprio questi è certificato da un’indagine appena conclusa di Robert Half International, società multinazionale di recruiting. “Abbiamo interpellato 4 mila manager di 11 paesi europei, di cui circa 300 in Italia – spiega il managing director italiano Vittorio Villa – e il 62% del campione ritiene che nei prossimi mesi aumenterà il ricorso ai temporary manager”. In particolare in Italia siamo al 55%, ma con solo un 16% che pensa a un calo di manager affittati e con il 29% che non si sbilancia. “Abbiamo un team dedicato specificamente all’assistenza alle aziende nella ricerca di professionisti qualificati per gestire progetti temporanei – spiega Villa – ed effettivamente, in questi giorni, stiamo verificando un rapido aumento della domanda”.

Ma oltre ai temporary manager che operano come free lance reclutati dagli head hunting, c’è un’offerta qualitativa che viene dalle società che contano su staff fissi di professionisti. Offrono un servizio che parte dall’analisi del problema aziendale fatta da una task force della società e che continua con la definizione del progetto di intervento e la fornitura del temporary che deve risolvere il problema. “I professionisti in missione nelle aziende sono poi costantemente seguiti dai nostri “shadow” manager che li supportano” spiega Angelo Vergani, Amministratore Delegato di Contract Manager. La sua società compie oggi 20 anni ed è la più “antica” e consolidata tra quelle che operano in Italia. “Effettivamente – conferma Vergani – in questo momento le aziende preferiscono un manager a progetto ad uno fisso. Soprattutto per interventi come l’ottimizzazione dei costi, della catena di supply chain o delle risorse finanziarie. E anche le multinazionali a volte si rivolgono a un temporary per gestire le loro controllate italiane”.

E proprio sul livello dei top manager c’è un’accelerazione della domanda, al punto che anche le più titolate società di executive search certificano una forte richiesta di ricerca di temporary. “Con la crescita dell’incertezza le aziende cercano manager che lavorino in un’ottica di breve termine – conferma Claudio Ceper, senior partner di Egon Zehnder – quindi ci chiedono sempre più numeri uno o direttori finanza temporanei”.

Guardando il trend dal versante dei manager, questa crescita della domanda di temporary apre nuove occasioni a chi sa cogliere la sfida di un impiego non fisso ma che fa guadagnare di più. “Deve però essere un professionista di larga esperienza abituato a gestire situazioni complesse”, conclude Vergani.

Enzo Riboni