rightsizing

Il rightsizing strategico consiste nel processo attraverso cui le aziende riallineano struttura, dimensione e competenze per ottimizzare le performance in base agli obiettivi di business. Questo approccio si distingue dal semplice downsizing perché non mira solo alla riduzione dei costi operativi, ma punta all’ottimizzazione complessiva dell’organizzazione.

Due domande fondamentali emergono quando si affronta questo tema. La prima è di natura operativa:

“Per generare un fatturato costante, mantenendo invariati gli standard qualitativi, le risorse impiegate risultano ottimizzate?”.

Questa riflessione ci aiuta a valutare l’efficienza dei processi esistenti e la corretta allocazione del personale alle varie funzioni e progetti.

La seconda domanda, spesso motore principale del rightsizing, ha carattere strategico:

“Per competere efficacemente e conquistare quote di mercato più grandi, la configurazione attuale delle risorse umane e tecnologiche risulta ottimale?”.

Questo interrogativo sposta l’attenzione verso il posizionamento competitivo e le prospettive di crescita dell’organizzazione.

È evidente come sia proprio questa seconda dimensione a coinvolgere maggiormente le aziende contemporanee. Con l’avvento dell’Intelligenza Artificiale, le opportunità di trasformazione dei modelli operativi si moltiplicano, rendendo l’ottimizzazione delle risorse non più semplicemente un tema di efficienza, ma una condizione imprescindibile per rimanere competitivi in mercati sempre più dinamici e tecnologicamente avanzati.

Prendiamo spunto da lacune frasi celebri per definire la natura stessa del rightsizing.

Oltre il semplice taglio dei costi: una visione evolutiva

Non è la specie più forte a sopravvivere, né la più intelligente, ma quella più reattiva ai cambiamenti.

Questa celebre frase, erroneamente attribuita a Darwin ma non per questo meno significativa, cattura perfettamente l’essenza del rightsizing strategico nel contesto attuale. Per completezza di informazione fu coniata da Leon C. Megginson, un professore di management della Louisiana State University, in un discorso del 1963.

Il termine “rightsizing” viene frequentemente interpretato erroneamente come sinonimo di downsizing. Questa interpretazione riduttiva non riflette l’essenza di un processo strategico che comprende analisi, pianificazione e implementazione di cambiamenti strutturali per allineare l’organizzazione alle sfide future.

Il dimensionamento organico riguarda la valutazione obiettiva di competenze, ruoli e responsabilità all’interno dell’organizzazione. Non si tratta di un taglio del personale per ridurre i costi a breve termine, ma della costruzione di una struttura organizzativa flessibile e resiliente che possa adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato e alle innovazioni tecnologiche.

Come ha sottolineato Peter Drucker, padre del management moderno: “L’innovazione sistematica consiste nella ricerca finalizzata e organizzata dei cambiamenti, e nell’analisi sistematica delle opportunità che tali cambiamenti possono offrire per l’innovazione economica e sociale.” Questa prospettiva evidenzia come il rightsizing non sia una risposta reattiva a pressioni finanziarie, ma un’opportunità proattiva per ripensare strategicamente l’organizzazione.

La dimensione umana del rightsizing nell’era digitale

“La tecnologia è solo uno strumento. Le persone fanno la differenza.”

Questa affermazione di Steve Jobs coglie l’essenza di un aspetto fondamentale del rightsizing: nonostante l’evoluzione tecnologica, il fattore umano rimane centrale.

L’Intelligenza Artificiale sta modificando profondamente il modo in cui le aziende operano e si organizzano. Questa trasformazione interessa tutti i settori, dalla manifattura ai servizi finanziari, dal retail alla sanità. Tuttavia, contrariamente a quanto spesso temuto, l’IA non elimina posti di lavoro, si può dire invece che è capace di trasformare profondamente la natura del lavoro stesso.

Satya Nadella, CEO di Microsoft, ha efficacemente espresso questo concetto affermando: “Non si tratta di una corsa degli umani contro le macchine, ma di come gli umani possono utilizzare le macchine per risolvere i problemi più pressanti della società.” Questa visione integrativa e collaborativa  piuttosto che sostitutiva rappresenta il cuore di un rightsizing strategico ben concepito.

Le attività ripetitive vengono automatizzate, mentre emergono nuovi ruoli che richiedono competenze differenti. I team diventano più interdisciplinari, combinando competenze tecniche e creative. La collaborazione tra umani e sistemi di IA diventa centrale nei nuovi modelli operativi. La pianificazione strategica della forza lavoro diventa un elemento fondamentale per il successo competitivo.

Verso un’organizzazione adattiva e resiliente

“In un periodo di rapidi cambiamenti, l’esperienza potrebbe essere il tuo peggior nemico.”

Questa provocatoria affermazione di J. Paul Getty sottolinea l’importanza di un approccio aperto e flessibile nell’implementazione del rightsizing strategico.

La trasformazione dell’organizzazione richiede un approccio integrato che consideri molteplici dimensioni: strategica, operativa, tecnologica e culturale. L’analisi approfondita della situazione attuale e degli obiettivi futuri costituisce il fondamento di qualsiasi iniziativa di rightsizing efficace.

La comunicazione trasparente e il coinvolgimento degli stakeholder chiave sono elementi cruciali per il successo. Come ha sottolineato John Kotter, esperto di leadership e change management: “La trasformazione è impossibile a meno che la maggioranza dei dipendenti non sia disposta a contribuire, a volte al punto di fare sacrifici a breve termine.”

Il monitoraggio continuo e l’ottimizzazione del nuovo assetto organizzativo permettono di mantenere l’allineamento con gli obiettivi strategici in un contesto in continua evoluzione. Le metriche di performance vengono tracciate regolarmente, il feedback degli stakeholder viene raccolto e analizzato, le lezioni apprese vengono documentate e applicate in cicli successivi di miglioramento.

Il Temporary Manager come catalizzatore del cambiamento

“Il cambiamento è la legge della vita. Quelli che guardano solo al passato o al presente sono certi di perdere il futuro.”

Questa riflessione di John F. Kennedy si applica perfettamente al contesto aziendale contemporaneo, dove la capacità di guidare il cambiamento rappresenta un vantaggio competitivo cruciale.

L’implementazione di un programma di rightsizing richiede competenze specifiche e una prospettiva esterna che spesso manca all’interno dell’organizzazione. È qui che il Temporary Manager emerge come figura strategica, portando una visione nuova e non condizionata dalle dinamiche interne.

Il Temporary Manager apporta caratteristiche uniche al processo di rightsizing. La sua indipendenza dai meccanismi politici interni permette valutazioni oggettive delle performance e del potenziale. La sua esperienza multisettoriale consente di introdurre best practice provenienti da contesti diversi. Il suo mandato a termine lo libera dalla pressione di proteggere posizioni acquisite o relazioni di lungo periodo.

Come ha acutamente osservato Ram Charan, autorevole consulente di leadership: “I leader migliori sono quelli in grado di vedere ciò che altri non vedono, e fare ciò che altri non hanno il coraggio di fare.” Il Temporary Manager incarna questa capacità, agendo da ponte tra la visione strategica e l’implementazione pratica.

Nel contesto dell’integrazione dell’Intelligenza Artificiale, il Temporary Manager con competenze in trasformazione digitale può facilitare l’identificazione delle aree dove la tecnologia può potenziare, piuttosto che sostituire, il capitale umano. Questa visione equilibrata risulta fondamentale per evitare sia resistenze al cambiamento che approcci eccessivamente tecnologici.

Il futuro del lavoro: dall’automazione all’amplificazione

“La questione non è se i computer diventeranno intelligenti come gli esseri umani, ma se gli esseri umani diventeranno intelligenti come i computer.”

Questa riflessione di Sydney Harris evidenzia la sfida centrale del rightsizing nell’era dell’IA: come sviluppare un’organizzazione in cui intelligenza umana e artificiale si potenziano reciprocamente.

Il rightsizing strategico nell’era dell’Intelligenza Artificiale si configura come capacità organizzativa fondamentale per le aziende che aspirano a prosperare in un contesto caratterizzato da cambiamenti rapidi e profondi.

Andrew Ng, pioniere dell’IA e cofondatore di Coursera, ha efficacemente sintetizzato: “L’IA è la nuova elettricità. Come l’elettricità ha trasformato quasi ogni industria 100 anni fa, oggi non riesco a immaginare un’industria che non sarà trasformata dall’IA nei prossimi anni.” In questo scenario, il rightsizing diventa un processo continuo di adattamento all’evoluzione tecnologica.

Le organizzazioni che eccellono in questo processo dimostrano maggiore resilienza e adattabilità, prendono decisioni basate su dati per l’allocazione ottimale delle risorse umane, investono sistematicamente nello sviluppo di competenze emergenti e creano strutture organizzative flessibili che facilitano la collaborazione e l’innovazione.

Da qualche anno ormai l’unica costante è il cambiamento, la capacità di evolvere continuamente in risposta alle trasformazioni del mercato è un vantaggio competitivo duraturo. Le organizzazioni che integrano il rightsizing nella loro pianificazione strategica ordinaria, spesso guidate da Temporary Manager nei momenti di trasformazione più significativa, si posizionano meglio per cogliere le opportunità future.

 

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