IMPRENDITORE NATO?

Nascere e crescere da imprenditore

21 Settembre 2004

Villa Bortolazzi, Acquaviva di Trento

Organizzazione:
Gruppo Giovani Industriali di Trento

Giovani imprenditori o imprenditori giovani. Sono i primi il soggetto del nostro tema, l’oggetto dell’attenzione su cui in questo momento si sta concentrando l’attenzione degli osservatori.
In un paese nel quale per evidenti ragioni storiche la maggior parte delle imprese sta affrontando il passaggio fra la prima e la seconda generazione d’industriali, la questione è ovviamente molto sentita e il clima a volte si fa scottante.

Il Gruppo Giovani Industriali di Trento ha quindi deciso di dedicare la propria assemblea annuale a sviscerare le varie sfaccettature della continuità d’impresa, avendo come testimonial di eccezione il presidente nazionale Anna Maria Artoni, e tre imprenditori che hanno raccontato le proprie storie, scelte da Rocco Cristofolini proprio per la loro diversità. A fare da “provocatore” Angelo Vergani, autore del libro “Imprenditore nato. Nascere e crescere da imprenditore” concetto che è stato preso a prestito come titolo del convegno.

Giuseppe Riello, un po’ per scelta personale e forse anche per tradizione familiare, ha deciso di abbandonare l’omonimo gruppo e ha dato vita a una propria azienda,a Technoware Spa, sempre nel settore metalmeccanico “perché noi Riello non ne possiamo fare a meno” ha simpaticamente spiegato. Alberto Taddei, in giovane età “e per incoscienza di mio padre e mia” è stato inserito alla guida della Silvelox Spa di famiglia, in un passaggio generazionale evidentemente riuscito al meglio. Pierantonio Macola ha invece una storia ibrida. Prima è “scappato” in America. Una volta tornato si è inventato Webbit, una fiera delle nuove tecnologie che ha spopolato a Padova, e ora è riuscito a unirla a una delle altre attività di famiglia, Transpotec, di cui è amministratore delegato.
Tre storie emblematiche nelle quali si sono sicuramente riconosciuti i numerosi partecipanti al convegno, che infatti hanno animato un dibattito che ha avuto anche qualche simpatica punta polemica dopo l’intervento del presidente “senior” Gianfranco Pedri, che ha ripetuto il leit motiv degli imprenditori di prima generazione, tutti convinti che i propri figli non abbiano fra le proprie aspirazioni l’ammazzarsi di lavoro.

E, a dire, il vero nonostante i doverosi sforzi “politici” di Anna Maria Artoni in molti, compreso il sottoscritto che era stato chiamato a moderare la tavola rotonda, siamo rimasti con l’impressione che a parte le buone intenzioni il problema sia grosso, e che si dovrebbe affrontarlo con qualche aiuto.

Sicuramente non con dirigismo, come ha sottolineato nei miei confronti con divertente ironia Marcello Lunelli delle Cantine Ferrari, in quel caso identificandomi nell’autore della newsletter della Fondazione Nordest che provocatoriamente invitava a impedire per legge il passaggio generazionale. Ma certamente con appoggi esterni, che possono essere per le imprese meno strutturare individuate nel temporary management oppure nel coaching, sicuramente nella formazione.

Una questione aperta, un tema indovinato: Rocco Cristofolini l’ha scelto e probabilmente non lo mollerà. Credo che a Trento ne sentiremo parlare ancora.

Sponsor:
Gruppo Giovani Industriali di Trento