Stili di Leadership Rivoluzionari: Osare Laddove Altri Esitano

di Mario Gasbarrino

A 53 anni, dopo una vita da mediano passata ad inseguire gli altri, ho perso la paura di sbagliare e sono andato controcorrente.

 

Mi sono laureato tardi – a 29 anni, in Ingegneria Matematica con 109 –, perché  mi piaceva divertirmi e quindi preferivo dedicare il mio tempo a giocare a tennis, a rugby, a ping-pong,  ma anche a poker, a tressette e a biliardo. Purtroppo, lo studio era sempre in secondo piano e la disperazione dei miei genitori era evidente, visti i sacrifici enormi fatti per permettermi di studiare.
Nonostante ciò, ho avuto la fortuna – incredibile persino a quei tempi: si parla di Napoli, 40 anni fa –  di essere assunto come funzionario commerciale per un’azienda di ristorazione collettiva (mense aziendali) di Milano, appena un mese  dopo la mia laurea. Considerando che quello è stato il primo colloquio della mia vita – 175 candidati e io l’unico  assunto –, si può parlare di un vero e proprio colpo di karma!

Da quel momento in poi, misi da parte gli hobby ed iniziai la mia vita lavorativa, in cui però mi sentivo sempre di corsa –  anzi, di rincorsa –, perché avevo perennemente davanti a me, o sopra di me, qualcuno di più giovane: loro avevano iniziato sei o sette anni prima di me, senza bighellonare come avevo fatto io! Questo mi faceva infuriare, certo, ma mi dava anche la forza necessaria per bruciare le tappe, lavorando più degli altri e cercando di commettere meno errori possibile, perché non potevo permettermi di sbagliare!

Fra i molteplici “Momenti Breakthrough” della mia vita, mi piacerebbe partire dalla decisone apparentemente scellerata di dimettermi dall’azienda in cui avevo trovato proprio il mio primo impiego: era ben pagato, mi permetteva di sostenere mia moglie – appena licenziata – e una figlia in arrivo, così come la casa (con un mutuo ancora tutto da pagare) e persino un tappeto persiano, costato l’equivalente di quattro stipendi di allora e che aveva prosciugato il conto corrente. Tutto questo, per andare a lavorare in GS Supermercati, con uno stipendio inferiore, ma – speravo – con maggiori prospettive per il futuro…

La scelta si rivelò vincente e, da quel momento, la mia carriera decollò, permettendomi di ricoprire posizioni sempre più importanti nel mondo della Grande Distribuzione!
Sono stati 20 anni di successi e di rincorse – anche nei confronti dei competitors –, perché la paura di sbagliare mi portava ad essere un manager politicamente corretto, che faceva tutto quello che facevano gli altri e che, alla fine, si ritrovava sempre qualche azienda davanti, a cui poteva ispirarsi, ma che non riusciva mai a raggiungere! Ad esempio, Esselunga – ora lo posso confessare – mi ha tolto il sonno!

Un giorno, tuttavia, tra lo stupore generale di tutta la SMA Supermercati, come rimpiazzo del mio capo di allora venne preferito un mio collaboratore, perché io fui considerato troppo vecchio (avevo 52 anni, all’epoca). Tralasciando per correttezza la fine che fece quell’azienda, proseguo raccontando di come il karma positivo tornò in azione: inaspettatamente, ricevetti la chiamata di un signore, che non solo scrisse la storia della GDO in Italia, ma mi mise fra le mani la sua azienda in crisi.  Al che, gli menzionai Mercadona e il mio sogno di portare anche in Italia un format simile.
Mi disse: “Lo vuoi fare? Fallo!”
“Lei è disposto a perdere soldi per i prossimi due o tre anni?”, ribattei io.
“Sì”, mi spiazzò lui.
Da quel momento, iniziò la fase più importante della mia vita lavorativa: nacque il “Gasbarrino innovatore e rottamatore”, che mi dà tutt’oggi un po’ di notorietà nel piccolo mondo della GDO. 

Dunque, oggi:

  • Non inseguo più i concorrenti: sono loro che inseguono me.
  • Spesso faccio il contrario di quello che fanno gli altri (e che facevo anch’io, fino a qualche anno fa). 
  • Vado controcorrente

Tutto questo permise all’azienda che mi era stata messa fra le mani di raddoppiare il fatturato in 13 anni (con lo stesso numero di punti vendita) e di moltiplicare x 15 il risultato economico, trasformando una marca privata in un brand e chiudendo per prima – in tutta Europa! – un accordo con il più grande operatore on-line del mondo.
Inoltre, ci sono stati tantissimi altri piccoli successi, impossibili anche solo da immaginare prima. E sapete perché tutto questo è avvenuto?

Perché quel signore sopramenzionato, mi ha fatto il regalo più grande che un manager possa desiderare: non sto parlando dell’avermi messo in mano la sua azienda, ma di avermi dato la possibilità di sbagliare!
Perché è solo sbagliando, che si può migliorare e si può innovare.